IL PENSIERO ECONOMICO ITALIANO

Sommario Anno XXIV/1, 2016

La guerra e gli economisti

A cura di Luca Michelini

Luca Michelini, La guerra e gli economisti italiani 11
Piero Barucci, Pigou, Pantaleoni e la teoria economica della guerra
15
Riccardo Faucci, Croce ed Einaudi sulla Grande Guerra 27
Gabriele Serafini, Francesco Saverio Nitti fra Scienza delle finanze e pragmatismo economico
37
Marco Santillo, Riccardo Bachi: La «città assediata» come metafora dell’economia di guerra
51
Roberto Giulianelli, A che serve la marina mercantile? Epicarmo Corbino e le due guerre mondiali
71
Fabrizio Amore Bianco, Il «terzo fronte». Il fascismo tra guerra economica ed economia di guerra (1939-1943)
91
Giuseppe Della Torre, Sviluppo dei Conti Nazionali e pianificazione del Secondo conflitto mondiale: l’arretratezza dell’Italia
107
Gli autori di questo numero 123

Piero Barucci

Sommario

La prima guerra mondiale provocò una grande ondata di libri ed articoli circa le sue ‘conseguenze’ sociali, politiche, demografiche. Alcuni economisti cercarono di costruire una teoria generale dell’economia di guerra. Fra questi l’A. annovera Maffeo Pantaleoni, con il suo tentativo di spiegare gli effetti economici della guerra utilizzando i tradizionali strumenti dell’analisi marginalistica, sia pure con risultati discutibili. Arthur Cecil Pigou, altro autore oggetto dell’analisi, ricercò una teoria economica della guerra in termini macroeconomici riconducendone gli effetti sul bilancio dello Stato. Due autori per molte ragioni diversissimi avvertirono un’esigenza comune: quella di riaffermare la capacità della scienza economica di affrontare in modo convincente tutti i problemi della società.

Parole chiave: Teoria economica, guerra, Pigou, Pantaleoni, Walras.

PIGOU, PANTALEONI
AND THE ECONOMIC THEORY OF THE WAR

Abstract

The First World War motivated the publication of a large amount of books and articles that investigated its social, political, demographic consequences. Some economists, in particular, tried to establish a general economic theory of the war. Among these scholars, the A. examines Maffeo Pantaleoni and his attempt to explain the economic effects of the war through the traditional tools used by the marginalist theory, even if with questionable results. Arthur Cecil Pigou – the other economist investigated by the A. – researched a macroeconomic theory of the war, explaining the effects that the conflict produces on the balance of the State. In conclusion, two very different authors perceived a common need, that of reaffirming the economics’ capability to deal with all the problems arising in the society.

Keywords: Economic theory, war, Pigou, Pantaleoni, Walras.

jel Classification: B10, B13, B31, N44


Riccardo Faucci

Sommario

Durante la ‘Grande Guerra’, sia Einaudi che Croce scrissero pagine importanti. Croce, neutralista, espresse la preoccupazione che la Kultur tedesca potesse essere sconfitta dalla Civilisation francese.
Einaudi, da economista, anticipò nei suoi articoli il fenomeno della redistribuzione dei redditi, che avrebbe avuto nefaste conseguenze politiche nell’Italia del dopoguerra.

Parole chiave: Liberalismo, inflazione, economia regolata.

CROCE AND EINAUDI ABOUT THE GREAT WAR

Abstract

During the ‘Great War’, both Croce and Einaudi wrote important pages. Croce, a philosopher who was a neutralist, manifested the concern that the German Kultur would be superseded by the French Civilization.
Einaudi, the economist, on his hand, anticipated in his writings the phenomenon of redistribution of incomes which in fact happened with enormous consequences in post-war Italy.

Keywords: Liberalism, inflation, regulated economy.

jel Classification: B13, B31, H56


Gabriele Serafini

Sommario

L’articolo presenta alcune riflessioni sui Principi di Scienza delle finanze di Francesco Saverio Nitti tramite un confronto fra le differenti edizioni dell’opera. Nitti ravvide sempre la necessità che una visione economica fosse realistica, tanto da aderire ad una impostazione teorica che non prescindesse dalla particolare distribuzione dei fattori produttivi in seno alla società. Questa disposizione fu probabilmente rafforzata dalle scelte di politica economica che egli dovette compiere in veste di statista, tanto che aggiunse, nell’ultima edizione dei Principi, un capitolo dedicato all’analisi dei principali provvedimenti tributari emanati dai propri governi e dal successivo Governo Giolitti.

Parole chiave: Francesco Saverio Nitti; Scienza delle finanze; Prima guerra mondiale.

FRANCESCO SAVERIO NITTI
BETWEEN PUBLIC ECONOMICS AND ECONOMIC PRAGMATISM

Abstract

The article presents a number of reflections about Principi di Scienza delle finanze by Francesco Saverio Nitti via a comparison between the different editions of the book. Nitti deemed it necessary to have a realistic view of the economic theory, and believed in a theoretical approach which considers the particular distribution of resources in the economy. This conviction was probably reinforced by the measures he adopted as Prime Minister, since in the last edition of his work he added a chapter dedicated to the analysis of the main taxation measures adopted by his government and by the following Giolitti’s government.

Keywords: Francesco Saverio Nitti; Public Economics; First World War.

jel Classification: B1, B2, B3


Marco Santillo

Sommario

La Grande Guerra fu la prima moderna guerra di massa: più specificamente, essa fu una guerra di industrie e di materiali, ancor prima che di uomini, che mise a confronto gli apparati industriali dei diversi paesi belligeranti.
Anche in riferimento all’Italia, l’economia di guerra pose lo Stato al centro del sistema economico: nacque in questo contesto la nozione, ad opera di Riccardo Bachi, di Stato «imprenditore di guerra».
Esperto in materie statistiche ed economiche, il Bachi fu in grado di cogliere, in tempo reale, le conseguenze del sistema di economia di guerra sulla struttura industriale del nostro Paese.
La sua analisi scandagliò, con rigore scientifico, tutti i settori economici (industria, agricoltura, commercio, trasporti) ed abbracciò anche i problemi bancari e monetari.
Il metodo statistico comparativo e l’approccio storico-economico, rendono la sua opera un contributo affatto originale alla storiografia economica italiana, soprattutto considerando che egli elaborò le sue indagini in un periodo in cui le fonti ufficiali servivano ancora limitatamente alla scienza economica.

Parole chiave: guerra, statistica, indice.

RICCARDO BACHI:
THE «BESIEGED CITY» AS A METAPHOR OF WAR ECONOMY

Abstract

The Great War was the first modern mass war: more specifically, according to Einaudi, it was a war rather of industries and materials, than men, which compared industrial equipment of different belligerent countries.
Also in Italy, the war economy placed the State at the center of the economic system: the theoretical construct of State «entrepreneur of war» arose exactly in this context thanks to Riccardo Bachi.
Multifaceted intellectual and expert in economics and statistics, Riccardo Bachi was able to understand, in real-time, the long-term effects of the war economic system on the whole Italian industrial structure.
His studies deeply explored all economic fields such as industry, agriculture, commerce and transport, together with the banking and monetary issues.
The comparative statistical method together with the historical-economic approach, make the study of this economist very interesting for the scientific community particularly interested in this historical period, especially considering that he developed his investigations when the official sources to economic science were partially available.

Keywords: war, statistics, index.

jel Classification: N1, N4


Roberto Giulianelli

Sommario

Questo articolo prende in esame il pensiero di Epicarmo Corbino sulla marina mercantile italiana nella prima metà del Novecento. A partire dal 1917, Corbino interviene più volte su questo settore strategico, che le due guerre mondiali sottopongono a un profondo processo di cambiamento e riorganizzazione. La sua analisi fa leva su postulati liberisti, rimarcando come la consueta prassi degli aiuti di Stato non solo violi le leggi del mercato, ma finisca anche per danneggiare la stessa industria dell’armamento e della cantieristica, riducendone l’efficienza e la competitività. I giudizi di Corbino, sebbene non sempre sostenuti da un’adeguata base di dati quantitativi, appaiono spesso originali e rivestono un ruolo centrale nel dibattito economico italiano del tempo su un tema di così grande rilievo.

Parole chiave: marina mercantile, cantieri navali, guerre mondiali.

WHAT IS THE PURPOSE OF THE MERCHANT MARINE?
EPICARMO CORBINO AND THE TWO WORLD WARS

Abstract

This article shall examine the Epicarmo Corbino’s thought on the Italian merchant shipping during the first half of the 20th century. Since 1917, Corbino write several times about this strategic sector, that the two world wars undergoing a deep process of change and reorganization. His analysis is founded on liberal postulates, pointing out that the usual practice of the State aid not only infringes the laws of the market, but also damages the shipping and shipbuilding industry itself, by reducing its efficiency and competitiveness. The Corbino’s judgments, although not always supported by a solid basis of data, often appear original and play a central role in the Italian economic debate at that time on a subject of such great interest.

Keywords: merchant shipping, shipyards, world wars.

jel Classification: B15, B25, N74


Fabrizio Amore Bianco

Sommario

Il saggio analizza il dibattito culturale interno al fascismo sul tema dell’economia di guerra negli anni 1939-1943. Fin dalle prime settimane della «non belligeranza», numerosi osservatori si interrogarono sul problema del finanziamento del conflitto, prestando particolare attenzione ai provvedimenti adottati in materia dai Paesi belligeranti. A destare la preoccupazione del mondo politico e culturale del regime, in questa fase, fu soprattutto la guerra economica tra l’Inghilterra e la Germania, e le sue eventuali conseguenze sull’economia italiana. Con l’entrata nel conflitto dell’Italia e il varo da parte delle autorità fasciste dei primi provvedimenti di «mobilitazione» dell’economia, il problema del controllo dei prezzi divenne il principale argomento di dibattito di coloro che si occupavano di finanza di guerra. E tuttavia, l’adozione da parte del duce di un modello di economia di guerra che non sfruttava pienamente il potenziale economico della nazione, la coesistenza e la sovrapposizione di una pluralità di organi chiamati a gestire l’economia e il graduale fallimento del blocco dei prezzi decretarono, in un contesto militare in significativo peggioramento, la crisi definitiva della politica economica di guerra messa in atto dal regime.

Parole chiave: Fascismo, Seconda guerra mondiale, guerra totale, guerra economica, economia di guerra, finanza di guerra, autarchia, corporativismo.

ITALIAN FASCISM
BETWEEN ECONOMIC WAR AND WAR ECONOMY (1939-1943)

Abstract

This essay analyses the cultural debate on the war economy in fascist Italy since 1939 up until 1943. At the beginning of World War II, when Mussolini adopted a non-belligerent position, many fascist analysts focused their attention on the way belligerent countries were financing their war effort. The economic war between England and Germany, and its possible consequences on the Italian economy were their main concern. When Italy joined the war, price control measures became the main topic of the fascist debate on the war economy. But Mussolini’s inadequate war economic plan, the systematic overlapping of different authorities, and the failure of price freeze policies proved that the Italian fascist regime could not cope with World War II.

Keywords: Fascism, Second World War, total war, economic war, war economy, war finance, autarky, corporatism.

jel Classification: B2, N4, N44


Giuseppe Della Torre

Sommario

Lo sviluppo del sistema dei conti nazionali è intervenuto nella seconda parte degli anni ’30 negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Rispetto alla visione tradizionale che riconosce un ruolo essenziale alle politiche economiche dopo la crisi del 1929 e a La Teoria Generale di J. M. Keynes, ritengo che sia da aggiungere quello della pianificazione del ii conflitto mondiale. In questo saggio tratto del ruolo della pianificazione militare degli Stati Uniti nello sviluppo dei conti nazionali, ben prima di Pearl Harbor. A tal fine, fornisco un quadro sintetico dei lavori principali su questi temi, per la gran parte disponibili sulle pubblicazioni economiche dell’epoca. A fronte, svolgo un parallelo con lo stato delle stime del reddito nazionale condotte in Italia da due istituzioni pubbliche, l’Istituto Centrale di Statistica e l’Istituto Nazionale della Finanza Corporativa. Alla fine degli anni ’30, non si disponeva né di una serie storica, né di stime affidabili. Su questo giocò la chiusura autarchica in campo culturale. L’Italia affrontò pertanto le iniziative onerose in Etiopia, Spagna e poi nel ii conflitto mondiale senza adeguate informazioni macroeconomiche. Dopo la fine del conflitto sarà la Banca d’Italia a rompere l’isolazionismo culturale con lo sviluppo degli scambi con i paesi anglosassoni e con le missioni a Washington di funzionari di rango per l’acquisizione di informazioni sulla nuova contabilità nazionale.

Parole chiave: contabilità nazionale, economia della guerra, pianificazione economica della seconda guerra mondiale.

DEVELOPMENT OF NATIONAL ACCOUNTS
AND PLANNING OF THE SECOND WORLD WAR:
THE ITALY’S BACKWARDNESS

Abstract

The development of the System of National Accounts intervened in the second half of the ’30s in the United States and the United Kingdom. Compared to the traditional view that recognizes an essential role in economic policy after the 1929 crisis and in The General Theory by J. M. Keynes, I believe that to these factors the planning of American warfare, 1940-1945, should be added. In this essay, I discuss the role of us military planning in the development of national accounts, well before the time of Pearl Harbor. So, I provide an overview of the major works, for the most part available in the economic publications of that time. Where as in Italy carrying out a parallel with the national income estimates conducted by two public institutions, the Istituto Centrale di Statistica e l’Istituto Nazionale della Finanza Corporativa, I find the data was neither reliable nor of an historical series. On this the autarchic closure in the cultural field played a great role. Italy faced onerous initiatives in Ethiopia, Spain and then in World War II without adequate macroeconomic information. After the end of the conflict, the Bank of Italy breaks the cultural isolationism by developing cultural exchanges with the Anglo-Saxon countries and by the missions to Washington of high ranking officials to acquire information on the new national accounts.

Keywords: national income accounting, war economics, economic planning of World War II.

jel Classification: B22, E01, H56, N42, N44


«Il pensiero economico italiano», XXIV, 2016, 1

GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO

Fabrizio Amore Bianco è ricercatore a tempo determinato in Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa (e-mail: fabrizio.amorebianco@unipi.it).
Principali interessi di ricerca: corporativismo fascista; politica culturale del regime fascista; storia delle istituzioni culturali negli anni del fascismo, con particolare riguardo per le istituzioni universitarie; dibattito politico ed economico italiano durante gli anni trenta e nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Piero Barucci ha insegnato Economia politica e Storia del pensiero economico nelle Università di Siena, Firenze e Milano. Ha tenuto conferenze e lezioni nella gran parte delle Università italiane ed in alcune delle più prestigiose Università in Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Grecia. Di recente ha pubblicato il volume Saggi sul pensiero economico italiano (1750-1900), Napoli, Istituto italiano per gli Studi filosofici, 2009 e il volume L’economia politica e la sua storia, Firenze, Polistampa, 2012.

Giuseppe Della Torre è stato professore associato di Economia monetaria e docente di Sistemi di contabilità macroeconomica presso il Dipartimento di Economia politica dell’Università di Siena (e-mail: gdellatorre@iol.it).
Principali interessi di ricerca: storia quantitativa del debito pubblico in Italia dall’Unificazione nazionale (debito dell’amministrazione centrale e degli enti locali); fondamenti teorici e storia dei sistemi di contabilità macroeconomica; temi economici della storia militare contemporanea; guerra economica; analisi teorica ed empirica dei rapporti tra finanza e crescita economica.

Riccardo Faucci, nato nel 1945, è stato professore ordinario di Storia del pensiero economico nell’Università di Pisa, Dipartimento di Giurisprudenza, dove ha anche insegnato Economia politica (e-mail: riccardo.faucci@unipi.it). È membro del comitato scientifico della rivista «Il pensiero economico italiano» ed è condirettore di «History of Economic Ideas».

Roberto Giulianelli, professore associato di Storia economica, insegna Storia economica e Storia dell’industria e dei consumi alla Facoltà di Economia ‘Giorgio Fuà’ dell’Università Politecnica delle Marche (e-mail: r.giulianelli@univpm.it). I suoi studi riguardano la storia dell’industria, dell’impresa e del lavoro, con particolare riferimento al settore del trasporto marittimo e della navalmeccanica. Fra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano: I Piaggio. La parabola di un grande gruppo armatoriale e cantieristico italiano (1875-1972), Bologna, il Mulino, 2012; La navalmeccanica: dalla protezione alla competizione (1945-2002), in Storia dell’Iri, 5, a cura di F. Russolillo, Roma-Bari, Laterza, 2014; The State and the Sea. The Economic Policy for the Shipbuilding and the Marine Equipment Industry in Italy Between the Two World Wars, «The Journal of European Economic History», n. 1, 2015.

Luca Michelini è professore associato di Storia del pensiero economico presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa (e-mail: luca.michelini@unipi.it).
Principali interessi di ricerca: rapporti tra teoria economica, politica economica e politica militante; sistemi economici comparati; pensiero economico italiano.

Marco Santillo afferisce al Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (Università di Salerno) come ricercatore (e-mail: msantill@unisa.it). Insegna Storia economica dell’intervento pubblico e Storia economica. Tra i suoi principali lavori: La “trama” dei rapporti tra le strutture dell’intervento straordinario e le istituzioni internazionali: il case-study Marzotto Sud (2016); Il dibattito sull’istruzione tecnico-professionale nel Mezzogiorno prima e dopo l’Unità (2013); Il farsi di una classe dirigente per il Mezzogiorno. Lo start-up dell’intervento straordinario (2012).
I suoi interessi di ricerca riguardano: economia civile; intervento straordinario; industrializzazione del Mezzogiorno; istruzione professionale; classi dirigenti; economia di guerra; non profit.

Gabriele Serafini è ricercatore di Storia del pensiero economico presso l’Università ‘Niccolò Cusano’ (e-mail: gabriele.serafini@unicusano.it). I suoi interessi scientifici concernono le teorie del valore e dei meccanismi di formazione dei prezzi, sia in relazione alla loro coerenza interna che alla loro evoluzione storica. Ha recentemente pubblicato su questa Rivista un articolo in merito al ruolo svolto in un sistema economico dall’imprenditore e dalla sua tesaurizzazione, in relazione alla teoria di Leòn Walras e Vilfredo Pareto.