IL PENSIERO ECONOMICO ITALIANO

Sommario Anno XXV/1, 2017

Saggi

Marco Cini, Le avventure di Telemaco di Fénelon e la cultura economica italiana (secoli xviii-xix) 11
Rosario Patalano, I Dialogues di Ferdinando Galiani: controversie metodologiche e geoeconomia del commercio granario nel tardo Settecento
27
Marco Santillo, I temi economici nella scienza della legislazione di Gaetano Filangeri
51
Mario Pomini, La teoria dell’oligopolio nella tradizione paretiana
71
Francesco Dandolo, La circolarità delle idee. La cultura del Nuovo Meridionalismo nella cooperazione economica internazionale
87
Giovanni Michelagnoli, Alessio Monticelli, Salari e disoccupazione in Italia: 1998-2013 101
Stefano Lucarelli, Giorgio Lunghini, How Can We Teach Marx to Today’s Students?
117

Note critiche

Gabriele Serafini, Equilibrio e dialettica in Attilio da Empoli. Una riflessione sugli elementi ultramarginali 139
Marco Dardi, Tiziano Raffaelli 1950-2016
149
Gli autori di questo numero 155

Marco Cini

Sommario

L’articolo prende in esame l’influenza delle Avventure di Telemaco, scritte da Fénelon nel 1699 per l’educazione del Duca di Borgogna, sul dibattito economico italiano nei secoli xviii e xix. Il romanzo, infatti, è anche un trattato di politica e di economia politica, da cui emergono modelli sul buon governo del principe, sulla libertà commerciale e sulla riforma dell’agricoltura. In Italia, fra il 1702 e il 1861, l’opera di Fénelon ha avuto una notevole diffusione (oltre cento edizioni). Nel xviii secolo i paradigmi economici elaborati dall’arcivescovo di Cambrai sono stati utilizzati da economisti (da Gian Rinaldo Carli a Giovanbattista Gherardo D’Arco, da Paolo Mattia Doria, a Lodovico Antonio Muratori) impegnati a sostenere progetti di riforma dello Stato e a ricercare le cause che ne ritardavano lo sviluppo economico. Nel secolo xix, invece, il consenso riscosso dall’opera di Fénelon si ridimensiona, e le Avventure di Telemaco sono presentate da economisti come Gerolamo Boccardo o Francesco Ferrara come un ricettacolo di errori. Le cause sono ascrivibili all’ormai avanzato processo di istituzionalizzazione dell’economia politica classica e all’emergere della ‘questione sociale’ in Europa: entrambi i fattori citati non potevano che gettare discredito sull’opera di Fénelon, di cui si percepiva ora la pericolosità per i modelli di egualitarismo economico-sociale di cui era portatrice.

Parole chiave: Istituzionalizzazione dell’economia politica; economia politica pre-classica; circolazione delle idee economiche in Italia.

THE ADVENTURES OF TELEMACHUS BY FÉNELON
AND THE ITALIAN ECONOMIC CULTURE (XVIII-XIX CENTURIES)

Abstract

This paper examines the influence of the Adventures of Telemachus on the Italian economic debate in the eighteenth and nineteenth centuries. This novel, written by Fénelon in 1699 to educate the Duke of Burgundy, is also a treatise on politics and political economy, which points out some exemplary models like: the prince’s government, free trade and agricultural reform. In Italy, between 1702 and 1861, the book of Fénelon enjoyed wide circulation (more than one hundred editions). During the eighteenth century, the economic paradigms elaborated by the Archbishop of Cambrai were used by numerous economists (Gian Rinaldo Carli, Gherardo Giovanbattista D’Arco, Paolo Mattia Doria, Lodovico Antonio Muratori) to support the State’s reform and to pinpoint the causes that delayed economic development. Instead, during the nineteenth century the consensus enjoyed by the work of Fénelon decreased, and this book was criticized for being full of mistakes by economists such as Gerolamo Boccardo or Francesco Ferrara. The causes may be attributed to the advanced process of institutionalization of classical political economy and to the emergence of the ‘social question’ in Europe which both influenced the evaluation of Fénelon’s work and thus discredited it. The most important economists of the first half of the nineteenth century regarded the economic and social egalitarianism models promoted by Fénelon as unsafe.

Keywords: Institutionalization of political economy; pre-classical political economy; circulation of economic ideas in Italy.

jel Classification: B1; B11.


Rosario Patalano

Sommario

Negli anni sessanta del xviii secolo, l’argomento della scuola fisiocratica a favore della liberalizzazione del commercio granario ebbe forte presa negli ambienti intellettuali e nei circoli politici vicini alla corte, dominando la discussione sulle proposte di politica economica. Così, si giunse tra il 1762 e il 1764, alla promulgazione di leggi che abolivano ogni restrizione al commercio granario. Ma tra il 1769 e il 1770, una grave carestia colpì la Francia e gran parte d’Europa, provocando una contrazione dell’offerta, un aumento drammatico dei prezzi e innescando rivolte diffuse. Si aprì così un dibattito sull’efficacia della liberalizzazione, che è brillantemente sintetizzato dai Dialogues sur le commerce des blés (1770) di Ferdinando Galiani. Dall’analisi di Galiani emerge una particolare visione, che possiamo definire geoeconomica, nella quale la disponibilità di grano, determinata da differenti caratteristiche di clima, morfologia e di posizone geografica, è considerata il fattore essenziale su cui devono essere basate le politiche economiche. In questo lavoro sarà esaminato il dibattito geoeconomico sul commercio granario, che procede e segue la pubblicazione dei Dialogues galianei, evidenziando le premesse filosofiche e gli spunti metodologici, che provengono dalla duplice e opposta influenza dello storicismo di Giambattista Vico e del razionalismo di Bartolomeo Intieri.

Parole Chiave: Ferdinando Galiani; Scuola Fisiocratica; politica commerciale; liberalizzazione e deregolamentazione del commercio granario.

FERDINANDO GALIANI’S DIALOGUES:
METHODOLOGICAL DISPUTES AND GEOECONOMICS
 OF GRAIN TRADE IN THE LATE EIGHTEENTH CENTURY

Abstract

Grain was a strategic resource in pre-industrial societies, for importance it had the same role that today is played by energy resources. In France, in the second half of Eighteenth Century, Physiocratic School stressed the theme of development of agriculture, particularly the grain sector. By the early 1760s, Physiocrats’ arguments for liberalization and deregulation of grain trade had huge impact in intellectual and court circles, dominating discussions of concrete issues of economic policy. So, two laws enacted in 1762 and 1764 abolished virtually all restrictions on trade in grain. The years 1769 and 1770 saw a severe subsistence crisis: supplies contracted, prices rose, and grain and bread riots swept large parts of the country. The implementation of policy of liberalization caused a lot of controversy. Ferdinando Galiani’s Dialogues sur le commerce des blés (1770), summarize cleverly different opinions on the grain trade and offer, at the same time, an alternative scientific solution to Physiocrats’ arguments. From Galiani’s analysis emerges a particular view, that we can call geo-economic, in which the availability of grain, caused by different characteristics of weather, morphology and geographic position, becomes the essential factors on which the development policies must be based. This paper examines the geo-economic debate on the grain trade, that precedes and follows the issue of Dialogues, highlighting philosophical background, particularly the opposed influences of Giambattista Vico’s historicism and pre-Enlightenment and rationalism of Bartolomeo Intieri’s intellectual circle.

Keywords: Ferdinando Galiani; Physiocratic School; trade policy; liberalization and deregulation of grain trade.

jelClassification: B11, B31, B40, B41.


Marco Santillo

Sommario

Nell’ambito dell’opera di Filangieri, assumono un’assoluta centralità la sua peculiare concezione del potere in chiave economica e gli effetti derivanti dalle sue diverse forme di esercizio e di distribuzione. Orbene, proprio intorno al concetto di potere si sarebbe elevata la parte più feconda del pensiero di Filangieri, ed obiettivo del nostro studio è di far emergere – nelle sue declinazioni economiche e sociali, oltre che politiche e giuridiche – la portata innovatrice delle sue concezioni sulla materia. La figura e l’opera di Filangieri ebbero un respiro cosmopolita, come testimoniato dalla sua partecipazione ai fermenti culturali e politici del suo tempo, e dai costanti riferimenti ai lavori di Locke, Rousseau, Smith, Montesquieu, Franklin. In particolare, dal punto di vista economico, Filangieri intese andare oltre il ‘paradigma smithiano’, giacché sottolineò che nel Mezzogiorno non si doveva solo incoraggiare la libertà dei commerci, ma soprattutto combattere la concentrazione della ricchezza e promuovere una più equa distribuzione della proprietà terriera. Infatti, la ricchezza – se fosse stata fondata su una saggia Scienza della legislazione – non sarebbe stata più un simbolo di corruzione, ma al contrario fonte di virtù e di sviluppo, in sintonia con il filone di pensiero dell’economia civile di Genovesi, secondo cui la ‘pubblica felicità’ era garantita proprio dallo sviluppo economico. Intorno a questo complesso intreccio di temi e di problematiche, nelle loro implicazioni politiche e socio-economiche, abbiamo articolato il nostro saggio.

Parole chiave: potere; Mezzogiorno; pubblica felicità.

THE MAIN ECONOMIC THEMES WITHIN THE «LEGISLATION SCIENCE»
AS CONSIDERED BY MR. GAETANO FILANGIERI

Abstract

Within the opus by Mr. Filangieri, his unique viewpoints and ideas on power within an economical framework and its spreading and subdvision, as well as its use, have a significant importance. Indeed, power was to be the seed of the most fruitful considerations Mr. Filangieri carried out in the field of economics. Therefore, our aim for this study revolves around bringing – considering its economical, social, political and jurisdictional features – the effective innovation his thinking brought on to the field. Both Mr. Filangieri and his opus were global in their scope, as he was an active participant in the happenings, feelings and ideas of his time and his work consistently referenced Locke, Rousseau, Smith, Montesquieu, Franklin and their works. Considering economics in particular, Mr. Filangieri strove to go beyond the ‘Smithian paradigm’, as he underlined how in Southern Italy freedom of trade was to be encouraged, while avoiding and combating the excessive concentration of wealth and promoting a more equal redistribution of land. It is indeed true that wealth – were it to be founded on a wise and effective Science of legislation – would have been a symbol of corruption no longer, rather becoming a source of virtue and development, following the vein of thought Mr. Genovesi ascribed to civil economy, where ‘public happyness’ was warranted by economic development. We built our essay around this complex connection between issues, considered for their political, social and economic implications.

Keywords: Power; Southern Italy; public happiness.

jel Classification: B15, N4.


Mario Pomini

Sommario

Il problema dell’analisi delle forme di mercato non concorrenziali è stato un campo di ricerca molto attivo nel periodo tra le due guerre mondiali. Gli autori di scuola paretiana parteciparono attivamente a questo dibattito, ed anzi con Luigi Amoroso ebbero un ruolo di primo piano. L’economista italiano fu sempre considerato a livello europeo come il più autorevole e strenuo difensore del modello di Cournot. Altri paretiani che diedero contributi importanti furono Arrigo Bordin (1934, 1936), ma soprattutto Emilio Zaccagnini (1947) che negli anni quaranta sviluppò un originale ritorno alle idee di Pareto. L’analisi delle posizioni dei paretiani può contribuire a chiarire come mai solo nel secondo dopoguerra il modello di Cournot abbia potuto acquisire quella posizione dominante che oggi occupa nella teoria dei mercati oligopolistici.

Parole chiave: Scuola paretiana; Luigi Amoroso; modello di Cournot.

THE OLIGOPOLY THEORY IN THE PARETIAN TRADITION

Abstract

The study of oligopolistic markets has been a very active research area in the period between the two world wars. The Paretians participated actively in the debate, starting from the Pareto’s theory, and indeed with Luigi Amoroso they played an important role. The Italian economist was considered at European level as the most authoritative defender of the Cournot model. Also Arrigo Bordin and Felice Vinci offered important contributions. In the forties Emilio Zaccagnini, a student in Turin of Bordin, developed a very original version of the Pareto’s theory. The critical reconstruction of the Paretian approach to the oligopoly theory can contribute to explain the complex history of the Cournot model that only in the fifties, and in the new context of game theory, become the dominant approach in the Theory of non-competitive markets.

Keywords: Paretian School; Luigi Amoroso; history of the Cournot model.

jel Classification: B22, B25, B31.


Francesco Dandolo

Sommario

Il paper affronta il tema del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno d’Italia nell’ottica del Nuovo Meridionalismo, con particolare riferimento agli anni compresi tra il 1945 e il 1960. Le riflessioni in esso contenute si basano sullo spoglio sistematico dei numeri di «Informazioni Svimez», editi nei suddetti anni. Il problema del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno viene inquadrato in un’ottica internazionale, secondo un duplice significato: si fornisce risalto alle teorie e strategie che, in quegli anni, si elaboravano a proposito di altre aree depresse del mondo, al fine di poterle applicare anche al Mezzogiorno d’Italia; inoltre, si evidenzia l’importanza che la comunità internazionale dedicò a questa area, con particolare riferimento al ruolo assunto dagli usa e dai principali organismi internazionali, tra cui spicca la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.
Il paper focalizza l’attenzione soprattutto su alcuni aspetti del ritardo di sviluppo: il rapporto tra Stato ed iniziativa privata, il processo di accumulazione del capitale e l’apporto del capitale estero.
L’obiettivo del paper è quello di puntualizzare gli aspetti nevralgici del Nuovo Meridionalismo, al fine di esaltarne successi e criticità, contribuendo così al dibattito attuale sullo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia.

Parole chiave: Mezzogiorno; sviluppo; capitale estero.

THE IDEAS FLOWING.
THE NUOVO MERIDIONALISMO CULTURE 
IN THE INTERNATIONAL ECONOMIC COOPERATION

Abstract

The paper deals with the underdevelopment of Italian Mezzogiorno issue in the Nuovo Meridionalismo perspective, with particular regard to the years between 1945 and 1960. The contents are based on a systematic work on «Informazioni Svimez» review editorial numbers related to these years. The problem of the Italian Mezzogiorno underdevelopment is faced with an international approach, regarding two aspect: the analysis deals with theories and strategies that were dedicated to others developing areas of the world during these years, aiming at applying them also to the Italian Mezzogiorno; moreover, it is underlined the importance that the international community spreads to this area, with particular regard to the role of the usa and the main international organisations, like the International Bank for Reconstruction and Development (Ibrd).
The paper analyses with special attention some aspects of underdevelopment: the relation between the State and the private sector, the capital cumulative process and the foreign capital contribution.
The paper objective is focalising the main aspects of Nuovo Meridionalismo, aiming at underlining successes and failures, and with the attempt to contribute this way to the modern debate about Italian Mezzogiorno development.

Keywords: Mezzogiorno; development; foreign capital.

jel Classification: O1; O43; O52.


Giovanni Michelagnoli, Alessio Monticelli

Sommario

In questo scritto viene presentata un’indagine storico-economica concernente la dinamica dei salari nominali e quella del tasso di disoccupazione registrate in Italia nel periodo 1998-2013. L’obiettivo è quello di effettuare un esercizio ‘perlustrativo’ sulla base di alcune evidenze empiriche seguendo un approccio ‘storico-istituzionale’. La correlazione fra le variabili presenta un andamento compatibile con lo schema suggerito nel contributo originario di Phillips (1958). Avanzeremo l’ipotesi che tale esito possa essere riconducibile essenzialmente a tre elementi: le riforme del mercato del lavoro condotte in Italia dalla fine degli anni novanta; la disciplina fiscale imposta dall’adesione dell’Italia all’unione economica e monetaria europea e le conseguenze della crisi economico-finanziaria internazionale. In altre parole, la relazione inversa salari-disoccupazione si sarebbe progressivamente irrobustita al crescere del grado di flessibilità del mercato del lavoro italiano, con particolare riferimento al periodo 2008-2013.

Parole chiave: Storia economica; salari; disoccupazione; economia italiana; curva di Phillips.

WAGES AND UNEMPLOYMENT IN ITALY: 1998-2013

Abstract

This paper presents a historical investigation concerning the dynamics of nominal wages and of the unemployment rate recorded in Italy in 1998-2013. The aim is to carry out a searching exercise based on some empirical evidence from a ‘historical-institutional’ perspective. According to our analysis, the correlation between these variables exhibits a trend compatible with the scheme suggested in Phillips’s seminal paper (1958). We advance the hypothesis that this outcome may be traced back to three main factors: the labor market reforms implemented in Italy at the end of the nineties; the fiscal discipline imposed by Italy’s accession to the European economic and monetary union and the consequences of the international economic-financial crisis. In other words, the inverse ‘wage-unemployment’ relationship would be strengthened by the growth in the flexibility degrees within the domestic labor market, in particular during the period 2008-2013.

Keywords: Economic history; wages; unemployment; Italian economy; Phillips curve.

jel Classification: J3; J4; N3.


Stefano Lucarelli, Giorgio Lunghini

Abstract

Teaching Marx in an economics programme is, today, a difficult task. From the perspective of an Italian university teacher, such difficulty mostly resides in the diffusion of a dogmatic attitude: the end of the Soviet Union, and hence of the Stalinist use of Marxism, necessarily entails the dismissal of Karl Marx’s works. This dogma shows a cultural crisis, which has also affected many economists. The paper stresses that a crucial concept in Marx’s analysis is reproduction. Teaching Marx starting from the reproduction schemes and introducing on these bases the theory of crisis leads – according to our experience – to three main outcomes: 1. It allows students to be aware that crises are not casual accidents; 2. It clarifies why in Marx we find powerful analytical tools to explain the forms assumed by capitalist crises; 3. It can raise doubts about the putative indisputability accorded to the scientific method of orthodox economics for the understanding of reality.

Keywords: Marx; Reproduction Schemes; Crisis; Tendency of the rate of profit to fall; Teaching.

COME INSEGNARE MARX AGLI STUDENTI DI OGGI?

Sommario

L’insegnamento di Marx all’interno dei corsi di studio dedicati alla formazione degli economisti è, oggi, un compito difficile. Dal punto di vista di un docente universitario italiano, questa difficoltà rinvia per lo più alla diffusione di una tendenza dogmatica: la fine dell’Unione Sovietica, quindi l’uso stalinista del marxismo, dovrebbe condurre necessariamente alla dismissione dell’opera marxiana. Questo dogma è il segno di una crisi culturale che ha colpito anche molti economisti. Il nostro contributo sottolinea che all’interno dell’analisi di Marx, il concetto di riproduzione è cruciale. La nostra esperienza di docenti ci porta a sostenere che insegnare Marx a partire dagli schemi di riproduzione per poi introdurre su queste basi la teoria della crisi conduce a tre principali risultati: 1. Consente agli studenti di apprendere che le crisi non rappresentano degli incidenti dovuti al caso; 2. Chiarisce perché nell’opera di Marx si trovano degli strumenti analitici potenti per spiegare le forme assunte dalle crisi capitalistiche; 3. Può far sorgere dei dubbi riguardo alla presunta indiscutibilità del metodo scientifico che la scienza economica ortodossa utilizza per comprendere la realtà.

Parole chiave: Marx; Schemi di Riproduzione; Crisi; Caduta tendenziale del saggio dei profitti; Insegnamento.

jel Classification: A14; A20; B14; B50.


Gabriele Serafini

Sommario

L’articolo si sofferma sulla concezione dell’equilibrio economico proposta dall’economista italiano Attilio da Empoli, che ruota attorno ai fenomeni ultramarginali, ossia a quei costi, ricavi e livelli produttivi potenziali in grado di influenzare le scelte imprenditoriali. Secondo questa impostazione, le grandezze economiche sono stabilite dalle imprese in funzione delle aspettative ma sono anche determinate dalle condizioni economiche potenziali che si realizzerebbero se altre imprese entrassero nel mercato. L’equilibrio economico non risulta così individuabile in un punto ma in uno spazio definibile solo dopo aver stabilito delle ipotesi congetturali circa i comportamenti che gli agenti economici potrebbero realizzare. A nostro avviso, questa relazione fra ciò che è stabilito nel mercato e ciò che (ancora) non è stato stabilito, rivela una particolare concezione dialettica dell’equilibrio economico.

Parole Chiave: Storia del pensiero economico; equilibrio economico; teoria dei prezzi.

EQUILIBRIUM AND DIALECTIC IN ATTILIO DA EMPOLI.
A REFLECTION OVER ULTRA-MARGINAL ELEMENTS

Abstract

The paper discloses the conception of Economic Equilibrium proposed by the Italian economist Attilio da Empoli, that revolves around the concept of ultra-marginal phenomena, that is potential costs, incomes and levels of production able to influence entrepreneurial choices. In this approach, economic variables are settled by enterprises according to their expectations but they are also determined by potential economic conditions that are achieved when other enterprises enter the market. The Economic Equilibrium doesn’t result, therefore, in a point but in a space, identifiable only after having established conjectural hypotheses about the decisions of the economic agents. In our opinion, this relation between what is established in the market and what is not (yet) established, reveals a particular dialectic conception of Economic Equilibrium.

Keywords: History of economic thought; economic equilibrium; price theory.

jel Classification: B2, B3.


Sommario Anno XXV/1, 2017

GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO

Marco Cini è ricercatore di Storia economica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa (Via Serafini 3, i 56126 Pisa. marco.cini@unipi.it). È membro del Comitato di redazione della rivista «Cahiers de la Méditerranée» e del Comitato scientifico della rivista «Études Corses et Méditerranée». Dirige la rivista «Quaderni Stefaniani. Studi di storia, economia e istituzioni».
Principali interessi di ricerca: storia dei ceti dirigenti italiani e francesi, storia della moneta, sviluppo regionale.

Francesco Dandolo è professore associato confermato di Storia economica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Napoli «Federico II» (Via Mezzocannone 4, i 80134 Napoli. dandolo@unina.it).
Principali interessi di ricerca: patrimoni ecclesiastici e nobiliari in età moderna e contemporanea, storia dell’agricoltura, relazioni industriali nell’Italia repubblicana, intervento pubblico nell’economia italiana del Novecento.

Marco Dardi Per molti anni docente di Economia presso l’Università di Firenze, attualmente si occupa di economia marshalliana, liberalismo sociale e corporativismo nel novecento italiano, problemi di finanziarizzazione.

Stefano Lucarelli è Professore Associato di Politica Economica presso il Dipartimento di Scienze Aziendali Economiche e Metodi Quantitativi dell’Università di Bergamo, dove insegna Economia Monetaria Internazionale, Politica Economica ed Etica Economica (stefano.lucarelli@unibg.it). Si occupa prevalentemente di teoria monetaria della produzione, finanziarizzazione, monete complementari, economia della conoscenza, prestando sempre attenzione alla storia delle teorie economiche. Su questi temi ha pubblicato vari contributi in diverse riviste scientifiche, fra queste: «Applied Economics», «Cambridge Journal of Economics», «Journal of Evolutionary Economics», «Metroeconomica», «Theory Culture and Society».

Giorgio Lunghini è membro dell’Accademia dei Lincei e Professore Aggregato allo IUSS, Istituto Universitario di Studi Superiori, Pavia (giorgio.lunghini@iusspavia.it). È stato Professore Ordinario di Economia Politica presso lo stesso IUSS e prima presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Pavia, dove ha fondato il Dottorato in Economia Politica. Ha insegnato anche presso l’Università L. Bocconi e l’Università Statale di Milano. Nel triennio 2004-2007 è stato Presidente della Società Italiana degli Economisti (SIE). Ha curato i 16 volumi del Dizionario di Economia Politica (Bollati Boringhieri, 1982-1990). Il suo ultimo libro Conflitto crisi incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative (Bollati Boringhieri, 2012) ha conseguito nel 2012 il Premio Napoli.

Giovanni Michelagnoli, docente a contratto di Economia del lavoro presso l’Università di Firenze nell’ambito del Master in Scienze del Lavoro e Gestione delle Risorse Umane (e-mail: giovannimichelagnoli@yahoo.it).
Principali interessi di ricerca: rapporti fra economia ed istituzioni, dibattito sulla politica economica italiana nella seconda metà del Novecento, pensiero economico italiano della seconda metà del Novecento, modellistica macroeconomica.

Alessio Monticelli, docente a contratto di Laboratorio di analisi d’impresa presso l’Università di Firenze nell’ambito del Master in Scienze del Lavoro e Gestione delle Risorse Umane. È socio GEI (Gruppo Economisti d’Impresa) e svolge la sua attività professionale come consulente economico presso società/enti privati e pubblici (e-mail: alessiomonticelli@virgilio.it).
Principali interessi di ricerca: analisi congiunturale, mercato del lavoro, economia industriale e storia economica.

Rosario Patalano è professore associato di Storia del Pensiero Economico presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Napoli «Federico II» (Via Mezzocannone 16, I 80134 Napoli; e-mail: rpatalan@unina.it).
Principali interessi di ricerca: storia della teoria monetaria; il pensiero economico italiano tra Sette e Novecento.

Mario Pomini è Professore associato di Scienze Economiche presso il Dipartimento di Economia and Management all’Università di Padova (e-mail: mario.pomini@unipd.it).
Principali interessi di ricerca: metodologia economica, storia del pensiero economico, con particolare riguardo alla Storia del pensiero economico in Italia e alla tradizione di Pareto.

Marco Santillo afferisce al Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (Università di Salerno) come Ricercatore (e-mail: msantill@unisa.it). Insegna Storia Economica dell’intervento pubblico e Storia Economica.
Principali interessi di ricerca: economia civile; intervento straordinario; industrializzazione del Mezzogiorno; istruzione professionale; classi dirigenti; economia di guerra; non profit.
Tra i suoi principali lavori: La “trama” dei rapporti tra le strutture dell’intervento straordinario e le istituzioni internazionali: il case-study Marzotto Sud (2016); Il dibattito sull’istruzione tecnico-professionale nel Mezzogiorno prima e dopo l’Unità (2013); Il farsi di una classe dirigente per il Mezzogiorno. Lo start-up dell’intervento straordinario (2012).

Gabriele Serafini è Ricercatore di Storia del pensiero economico presso l’Università ‘Niccolò Cusano’ (e-mail: gabriele.serafini@unicusano.it). I suoi interessi scientifici concernono le teorie del valore e dei meccanismi di formazione dei prezzi, sia in relazione alla loro coerenza interna che alla loro evoluzione storica. Ha recentemente pubblicato su questa Rivista un articolo in merito al ruolo svolto in un sistema economico dall’imprenditore e dalla sua tesaurizzazione, in relazione alla teoria di Leòn Walras e Vilfredo Pareto.